
Simone Iodice ha incontrato il cantante Luciano Caldore all’evento di Emanuele Parisi a Licola
- Redazione

- 20 ott
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Luciano Caldore nasce a Napoli e si inserisce nel panorama della musica neomelodica nella seconda metà degli anni ’80/inizio anni ’90.
Il suo stile combina la tradizione napoletana con canzoni dedicate all’amore, alla vita di quartiere e a un pubblico popolare sensibile a melodie e testi diretti.
Carriera musicale: album e successi
Tra i suoi lavori principali si possono citare:
• La nostra estate (1989) – uno dei primi 33 giri che segna l’avvio ufficiale della carriera.
• Senza scrupoli (1991) – secondo album.
• La luna, le stelle e il mare (1996) – album che include brani come “Pazzo d’amore”.
• Ripartire (2016) – una delle produzioni più recenti in studio.
In tutto il corso della sua carriera, Caldore ha alternato album nuovi, singoli, cover e collaborazioni, lavorando anche su tematiche sociali (nell’album Ripartire, ad esempio).
Cinema e altri impegni
Non solo musica: Caldore ha fatto anche incursioni nel cinema. Per esempio ha partecipato al film Pazzo d’amore (regia di Mariano Laurenti) nel 1999.
Queste esperienze mostrano come la sua figura abbia avuto un risalto anche mediale, oltre che musicale.
Sviluppi recenti e identità
Negli ultimi anni, Caldore ha mantenuto attiva la sua produzione musicale e la sua presenza, pur avendo forse un livello di visibilità inferiore rispetto ai suoi anni ‘90. Ad esempio, viene ricordato per la sua dichiarata orgoglio delle proprie origini nelle cosiddette “Vele di Scampia”:
«…Ne vado fiero della mia vita vissuta nelle Vele di Scampia. Questo posto per me è da considerare una palestra di vita. (…) Viva Scampia e i suoi figli, pronti al riscatto…»
Questo passaggio segnala una coscienza sociale e un legame con il territorio che vanno oltre l’aspetto puramente musicale.
Aspetti personali e impegni sociali
Un elemento importante riguarda la sua vita privata e il rapporto con il figlio. In un’intervista ha raccontato che suo figlio Kevin è affetto da autismo, e Caldore ha definito il ragazzo “un ragazzo speciale… con tanta voglia di vivere”.
In questo contesto ha scritto anche una canzone intitolata Stella sulla terra dedicata al figlio, segno della sua dimensione personale e affettiva, che si intreccia con quella artistica.
Eredità e valore
Luciano Caldore, pur non essendo diventato un artista di scala nazionale generalista ai livelli mainstream più elevati, ha avuto un ruolo significativo nella musica neomelodica napoletana:
• Rappresenta una generazione che ha vissuto la transizione tra il vinile, il CD e le nuove modalità di fruizione musicale.
• Ha un pubblico affezionato che lo considera parte del tessuto popolare musicale di Napoli.
• Il suo legame con il territorio (Scampia, la musica neomelodica) fa di lui anche un testimone culturale locale.
Criticità e contesto
Alcuni elementi da considerare:
• Il genere neomelodico, pur avendo una forte base di fan, è spesso relegato a un segmento specifico del mercato musicale italiano, con limitata penetrazione su scala nazionale mainstream.
• Con l’evoluzione degli strumenti di distribuzione (streaming, social, video‑on‑demand) la carriera di molti artisti di passato, incluso Caldore, ha dovuto adattarsi a nuovi paradigmi.
• In alcuni articoli si fa riferimento al fatto che il “successo” di alcuni brani sia diminuito nel tempo; tuttavia l’artista ha continuato a produrre e a comunicare con il suo pubblico.
Perché ascoltarlo oggi
Ci sono diversi motivi per cui vale la pena dare attenzione a Luciano Caldore:
• Offre una prospettiva genuina sulla musica popolare napoletana e sul genere neomelodico, spesso poco esplorato nei grandi media.
• Le sue canzoni parlano di amore, vita quotidiana e affetti, tematiche universali anche se radicate in un contesto locale.
• Il suo impegno e il suo legame con il territorio aggiungono valore alla sua figura di artista “di quartiere” che non ha dimenticato le proprie radici.
Redazione




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