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Tragedia Castel d’Azzano: E POI C’È SIMONE IODICE VI SIAMO VICINI IN QUESTO TRISTE MOMENTO

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    Redazione
  • 14 ott
  • Tempo di lettura: 2 min


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Tragedia a Castel d’Azzano: tre carabinieri morti durante uno sgombero


Castel d’Azzano (Verona), 14 ottobre 2025 – Una notte di dolore per l’Arma dei Carabinieri, scossa da un evento drammatico che ha provocato la morte di tre militari impegnati in un’operazione di servizio nel Veronese. L’episodio è avvenuto all’alba in un casolare rurale, occupato da alcuni soggetti, durante lo svolgimento di uno sgombero coattivo ordinato dall’Autorità Giudiziaria.




I fatti

• Le operazioni erano delegate dalla Procura di Verona: era prevista una perquisizione e lo sfratto dell’immobile.

• Quando i Carabinieri, insieme alla Polizia di Stato e supportati dai Vigili del Fuoco, hanno tentato l’ingresso forzoso, è stato avvertito un forte odore di gas provenire dall’interno.

• Poco dopo l’apertura della porta, è esplosa una deflagrazione che ha causato il crollo della struttura, travolgendo i militari presenti.




Le vittime


I tre carabinieri che hanno perso la vita sono:

• Marco Piffari, Luogotenente Carica Speciale, 56 anni, comandante del SOS del 4° Battaglione Veneto.

• Valerio Daprà, Brigadiere Capo Qualifica Speciale, 56 anni.

• Davide Bernardello, Carabiniere Scelto, 36 anni.


Due di loro prestavano servizio a Padova, uno a Mestre.




I responsabili e le indagini

• All’interno del casolare si trovavano tre fratelli (due uomini e una donna, circa 60 anni ciascuno).

• Due di loro (fratello e sorella) sono stati fermati dopo l’esplosione. Entrambi sono rimasti feriti, la donna con ustioni.

• Il terzo familiare è invece tutt’ora ricercato.

• L’ipotesi investigativa è che l’esplosione sia stata causata volontariamente con l’uso di gas contenuto in bombole, forse attivato da dentro l’edificio, per ostacolare lo sgombero.




Bilancio e reazioni

• Il bilancio provvisorio è di tre carabinieri morti e almeno 13 feriti tra forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia) e Vigili del Fuoco.

• Le reazioni sono state di profondo cordoglio da parte del Governo, del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del ministro della Difesa Guido Crosetto, e delle autorità locali.

• Il sindacato dei Carabinieri (SIM) ha espresso “dolore profondo”, ricordando che i tre deceduti “hanno onorato l’uniforme con umiltà, dedizione e altruismo, fino all’estremo sacrificio”.




Questioni aperte

• Le responsabilità effettive devono ancora essere accertate: la ricostruzione dovrà chiarire se l’esplosione sia stata effettivamente provocata volontariamente, chi lo ha fatto e con quali modalità.

• Sarà importante stabilire se ci siano state omissioni di sicurezza, errori procedurali o se l’intervento sia stato condotto con tutte le garanzie previste data la pericolosità già segnalata.

• Le condizioni strutturali dell’edificio, la presenza e il tipo di bombole di gas, il modo in cui è stato effettuato l’accesso forzoso sono elementi che l’inchiesta indaga.




Contesto e riflessione


Questo tragico evento richiama l’attenzione su vari temi sensibili:

• Il rischio per le forze dell’ordine durante operazioni di sgombero e perquisizione: interventi che possono sembrare di routine ma che, in presenza di situazioni pericolose (edifici fatiscenti, presenza di gas, armi, etc.), diventano operazioni ad alto rischio.

• La potenziale escalation tra occupanti e autorità quando lo sgombero è rifiutato con minacce estreme come quella di far saltare l’edificio. Queste situazioni impongono modalità operative particolarmente attente e protocolli rigorosi.

• Il bisogno di misure preventive, valutazioni di rischio e dotazioni adeguate (personale specializzato, strumenti per il rilevamento di gas, protezione strutturale, ecc.).

• Anche la dimensione umana: il sacrificio di chi opera nel rispetto della legge, spesso con consapevolezza del pericolo, ma purtroppo vittima di esiti imprevedibili.


Redazione

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