
Stalking a Simona Ventura: LA VOGLIO MORTA
- Redazione

- 17 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Simona Ventura minacciata: cronaca di anni di stalking digitale
Introduzione
Simona Ventura e Giovanni Terzi, noto giornalista, sono protagonisti di una vicenda di stalking digitale che perdura ormai da circa tre anni. L’ultimo capitolo è emerso recentemente, quando la coppia ha deciso di denunciare formalmente l’autore delle minacce alla Polizia Postale, rendendo pubblici alcuni dei messaggi e audio ricevuti.
Cosa è successo
• Dal 2023 in poi, Terzi ha iniziato a ricevere messaggi vocali privati su Instagram da una persona sconosciuta. Oltre 200 messaggi vocali, pieni di minacce e insulti, alcuni diretti anche a Simona Ventura.
• Inizialmente le offese riguardavano Simona, con appellativi come “figlia di Satana”, frasi quali “deve morire nel rogo”, fino a scenari terrificanti. Successivamente gli insulti si sono estesi anche a Giovanni Terzi.
• Nonostante alcune pause, lo stalking è ripreso più volte. Terzi riferisce che dopo aver segnalato l’account, le molestie erano cessate temporaneamente, per poi ricominciare.
• Recentemente la coppia ha deciso di rompere il silenzio: Terzi ha denunciato e pubblicato alcuni audio per fare luce sulla vicenda. L’intervento della Polizia Postale ha permesso di individuare una persona che potrebbe essere l’autore.
Le reazioni di Simona Ventura e il peso psicologico
• Simona Ventura ha dichiarato che la situazione è stata spiazzante, in particolare quando le minacce sono arrivate a coinvolgere la famiglia. Ha definito l’esperienza inquietante, dicendo che “ha fatto bene Giovanni a denunciare”.
• Ventura ha espresso forte preoccupazione per la sicurezza dei figli e ha sottolineato che non si pensava di sé, ma di proteggere la famiglia.
• Ha inoltre fatto appello a pene certe per chi offende e minaccia via social, perché – dice – purtroppo i troll esistono, ma quando le cose superano una certa soglia c’è un danno reale che va perseguito.
Aspetti giuridici e sociali
• La denuncia è stata fatta alla Polizia Postale, organismo specializzato per i reati informatici, comunicazione diffamatoria, minacce e stalking digitale.
• La vicenda mette in luce alcuni limiti della tutela legale: l’uso dei social come mezzo anonimo o semi-anonimo che facilita le molestie; la difficoltà di sanzionare comportamenti che si diffondono rapidamente online; il vuoto che spesso c’è nel riconoscere il danno psicologico anche prima che le minacce diventino azioni concrete.
• Simona Ventura ha parlato anche di “problema sociale forte”, che va al di là del singolo episodio: quando le persone percepiscono che da dietro una tastiera possono offendere impunemente, si indebolisce un tessuto civile.
Perché è importante parlarne
1. Visibilità: il fatto che personaggi famosi subiscano questo tipo di violenza digitale aiuta a sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che molte persone vivono in silenzio.
2. Prevenzione e aiuto: mostrare che denunciare è possibile, e che ci sono strumenti come la Polizia Postale, può incoraggiare chi si sente minacciato a non isolarsi.
3. Regolamentazione dei social: pone una questione sull’obbligo delle piattaforme di monitorare e intervenire su comportamenti gravemente offensivi o minacciosi.
4. Supporto psicologico: la violenza verbale, le minacce, anche se non seguite da atti fisici, lasciano tracce. È importante riconoscere l’impatto anche “invisibile”.
Conclusione
Questa vicenda con Simona Ventura e Giovanni Terzi è l’ennesimo esempio di come il confine tra libertà di espressione e reato venga superato online. Non si tratta solo di offesa, ma di minaccia, paura, persecuzione. È fondamentale che chi è vittima sappia che può far valere i propri diritti, e che le autorità e la società tutta garantiscano pene efficaci e protezione reale.
Redazione




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