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🔥 “Shock a Palmoli: tolti i figli a Nathan Trevallion, esplode il caso della ‘famiglia nel bosco’!”

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    Redazione
  • 21 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

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La famiglia ha scelto di vivere in modo completamente autosufficiente: nella loro casa non ci sono allacci alle reti tradizionali di acqua potabile, luce o gas. La corrente è garantita da pannelli solari, l’acqua arriva da un pozzo, e il riscaldamento è dato da una stufa a legna.


Nel loro progetto educativo per i figli, Nathan e Catherine hanno optato per l’unschooling, un metodo di istruzione domestica che privilegia l’apprendimento esperienziale rispetto alla scuola tradizionale: i bambini imparano osservando, sperimentando e partecipando alla vita quotidiana della famiglia.





Il conflitto col Tribunale: allontanamento dei figli



Il 20 novembre 2025 il Tribunale per i Minori de L’Aquila ha deciso di sospendere la responsabilità genitoriale di Nathan e Catherine e ha ordinato l’allontanamento dei tre bambini dalla loro casa nel bosco.  Secondo il decreto, i giudici hanno rilevato “grave negligenza genitoriale” dovuta, tra gli altri motivi, all’isolamento sociale in cui vivono i minori e la mancanza di una rete di relazioni con coetanei.  Inoltre, la struttura abitativa è stata giudicata non adeguata: assenza di certi servizi essenziali è una delle criticità segnalate.


I bambini sono stati collocati in una casa-famiglia, e il tribunale ha nominato un tutore provvisorio per loro.





Le reazioni e il dibattito pubblico



Nathan ha definito la decisione del tribunale “terribile” e ha raccontato che la prima notte senza i figli è stata “la più brutta della sua vita”: per lui, togliere i bambini è una ferita enorme.  Nonostante la pressione giudiziaria, Nathan ha ribadito di non essere pentito della scelta di vita radicale della sua famiglia: secondo lui, i figli crescevano felici, immersi nella natura.


Intanto, la vicenda ha generato un’ondata di solidarietà: è partita una petizione online per “salvare la famiglia nel bosco” che ha raccolto migliaia di firme in poco tempo, e molti sostengono che lo stile alternativo scelto da Nathan e Catherine sia legittimo e non dannoso per i figli.





Le motivazioni del Tribunale



Secondo il Tribunale, «il diritto dei minori a relazioni sociali» sarebbe compromesso, vista la scelta dei genitori di tenerli isolati e di non mandarli a scuola.  I servizi sociali, nelle loro relazioni, avrebbero evidenziato criticità anche nell’abitazione della famiglia: mancanza di igiene, assenza di impianti certificati e un livello abitativo ritenuto rischioso.





Conclusione



La figura di Nathan Trevallion emerge come simbolo di una scelta di vita radicale e controversa: da un lato, una famiglia che vuole crescere in armonia con la natura, lontano dalle convenzioni sociali; dall’altro, uno Stato che interviene per tutelare i diritti dei minori secondo criteri tradizionali di istruzione, socialità e sicurezza. Il conflitto solleva domande profonde sulla libertà educativa, sull’autonomia familiare e sul ruolo delle istituzioni nella protezione dei bambini.


Redazione

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