
🔥 “Schettini, il professore social contro tutti: ‘Mi dicono di morire’. E scoppia il caso”
- Redazione

- 3 dic
- Tempo di lettura: 3 min

Vincenzo Schettini è un docente di fisica e divulgatore scientifico diventato celebre con la pagina/social-brand La Fisica Che Ci Piace: grazie al suo modo accessibile di spiegare concetti complessi, ha conquistato milioni di follower su Instagram e TikTok.
Oltre al suo impegno didattico/ divulgativo, Schettini ha pubblicato libri — l’ultimo si intitola La vita che ci piace — dove unisce riflessioni sulla scienza, la vita e le emozioni.
Di recente (2025) ha anche fatto coming out pubblicamente, dichiarando di essere gay.
Questa sua doppia natura — insegnante + figura pubblica sui social — lo espone ovviamente a un’attenzione ben diversa rispetto a un docente “tradizionale”.
📲 Gli insulti, il cyberbullismo, il peso della visibilità
Purtroppo, con la notorietà arrivano anche le reazioni estreme. Schettini ha denunciato pubblicamente un’escalation di offese, insulti e odio diretto: secondo le sue parole, molti commenti ricevuti sui social non sono semplici critiche ma veri e propri attacchi personali.
Tra i messaggi riportati:
“Inutile personaggio”, “Sei inutile, vatti a nascondere”, “Ucciditi così fai un favore a tutti”.
“Quello che scrivi fa caare”, “Sei magro da fare schifo”, “Professore del c*o”.
Nel suo libro “La vita che ci piace” — come ha spiegato lui stesso — ha scelto di includere alcune di queste frasi per mostrare la violenza verbale che subisce da tempo.
Secondo Schettini, gli attacchi non nascono da un contrasto su idee o argomenti, ma da un odio fine a sé stesso, alimentato dall’anonimato del web: “Mi dicono di uccidermi… questo schifo mi ferisce, sono fragile”.
💡 Perché succede — e cosa rivela della società
La vicenda di Schettini non è un caso isolato, ma rappresenta uno dei fenomeni peggiori legati ai social nel 2025:
Sovraesposizione mediatica: chi arriva a milioni di follower diventa bersaglio facile di haters, troll e persone che sfruttano la distanza dietro uno schermo per offendere senza conseguenze.
Confusione tra opinioni e attacchi personali: spesso critiche legittime diventano inviti all’odio e alla violenza verbale.
Corrosione della vita privata e psicologica: gli insulti, se persino integrati in un libro, suggeriscono che non si tratta di “bagatelle”, ma di esperienze dolorose e traumatiche.
Sfida all’inclusione e all’autenticità: dal suo coming out, Schettini ha voluto essere esempio di onestà e apertura; ma questa scelta — invece di essere accolta — sembra aver amplificato alcuni attacchi.
🛑 La reazione di Schettini: parlare per non tacere
Invece di ignorare o cancellare i messaggi, Schettini ha scelto di rendere pubblico ciò che riceve, trasformando la sofferenza in testimonianza. Così facendo:
dà voce a un problema spesso sottovalutato: il cyberbullismo contro adulti e personaggi pubblici;
offre un esempio di resilienza e trasparenza: “Sì, sono fragile, e parlarne è il primo passo per spezzare il silenzio”.
stimola una riflessione collettiva: quanto siamo responsabili di ciò che scriviamo sui social? Quanto pesa davvero un insulto?
✨ Conclusione: un monito per la comunità online
La storia di Vincenzo Schettini ci ricorda — con forza — che dietro uno schermo c’è sempre un essere umano. Anche quando è un “influencer”, anche quando è un professore amatissimo: le parole feriscono, si depositano e lasciano tracce.
Se da un lato la notorietà offre voce, visibilità, opportunità — dall’altro porta in dote una grande vulnerabilità. Il racconto degli insulti subiti da Schettini non è solo la cronaca di un caso personale: è un campanello d’allarme per chiunque navighi il mondo social.
Forse la vera “equazione” da imparare oggi non sta nella fisica, ma in una formula semplice: Rispetto + responsabilità = comunità migliore.
Redazione




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