
⭐ Pensioni d’oro? Non sempre. La fama non basta
- Redazione

- 26 nov
- Tempo di lettura: 3 min

Contrariamente a quanto molti pensano, essere famosi non garantisce automaticamente una pensione elevata. La previdenza funziona in base ai contributi versati nel corso della carriera, e nel mondo dello spettacolo:
• molti lavorano a progetto
• altri collaborano come autonomi
• altri ancora passano da periodi di intensa attività a fasi di totale assenza di lavoro
Risultato: alcuni VIP finiscono per percepire pensioni molto più basse di quanto il pubblico immagina.
⸻
💼 Chi ha pensioni alte: contributi elevati e carriere continuative
Ci sono categorie che possono arrivare a pensioni considerevoli perché:
• guadagnano molto
• versano contributi molto alti
• mantengono una carriera lunga e stabile
Tra queste rientrano:
• volti televisivi con contratti pluriennali
• giornalisti iscritti all’INPGI (fino al passaggio all’INPS)
• dirigenti d’azienda diventati personaggi pubblici
• sportivi che hanno ricoperto ruoli dirigenziali post-carriera
In questi casi, la pensione può superare facilmente la soglia dei 7.000–10.000 euro mensili, ma sono casi limitati e legati a carriere molto lunghe e ben retribuite.
⸻
🎭 Chi, invece, prende pensioni molto basse
Molti personaggi dello spettacolo con notorietà limitata o carriere discontinue finiscono per ricevere pensioni tra i 500 e i 1.000 euro, o addirittura meno, per vari motivi:
• periodi di inattività
• compensi in nero negli anni ’70–’90
• scarsa continuità lavorativa
• mancanza di una previdenza integrativa
In più, numerosi artisti di teatro, ballerini, comparse e piccoli attori lavorano per decenni senza riuscire a maturare contributi significativi.
⸻
🏛️ Il caso particolare dei politici e dei contributi figurativi
Un capitolo a parte riguarda:
• ex parlamentari
• ex eurodeputati
• membri di consigli regionali
Questi figure possono percepire vitalizi o trattamenti pensionistici privilegiati, anche se negli ultimi anni sono stati varati diversi tagli e ricalcoli. I politici rientrano spesso nel dibattito pubblico perché le loro pensioni possono essere molto più alte della media dei lavoratori.
⸻
⚽ Sportivi: chi prende moltissimo e chi resta senza nulla
Gli sportivi professionisti vivono una realtà particolare:
• chi ha raggiunto fama e ingaggi milionari può pagarsi una pensione integrativa molto alta
• chi ha avuto una carriera breve o in categorie minori può ritrovarsi senza contributi sufficienti
Molti ex calciatori, pugili o atleti olimpici, terminata la carriera, scoprono di non avere una pensione adeguata.
⸻
🎙️ Previdenza integrativa: il vero “segreto” dei VIP più ricchi
I VIP più accorti utilizzano:
• fondi pensione privati
• piani individuali pensionistici
• investimenti a lungo termine
Ecco perché alcuni possono godere di assegni elevati: non per privilegi diretti, ma perché hanno programmato la loro previdenza con anticipo, spesso grazie a consulenti finanziari.
⸻
📉 Il confronto con i cittadini comuni
Mentre la pensione media italiana si aggira intorno ai 1.200–1.400 euro, le pensioni dei VIP possono oscillare enormemente:
• da meno di 700 euro
• fino a oltre 10.000
Questa disparità alimenta polemiche e invidia sociale, ma nasconde una verità fondamentale: nel mondo dello spettacolo c’è molta meno stabilità di quanto si creda.
⸻
🔍 Conclusione: tra mito e realtà
L’immaginario collettivo tende a vedere i VIP come una categoria di privilegiati, ma il panorama reale è molto più sfaccettato:
• alcuni hanno pensioni altissime
• altri sopravvivono con importi modesti
• molti non hanno diritto a nulla e continuano a lavorare anche in età avanzata
• pochi godono ancora di trattamenti speciali legati alla politica
La verità è che la pensione di un VIP non dipende dalla fama, ma dai contributi versati — esattamente come per ogni altro lavoratore.
Redazione




Commenti