
MASSIMO BOLDI: MI SEQUESTRARONO 2 MILIARDI E 250 MILIONI DI LIRE E POI…
- Redazione

- 6 nov
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La carriera di Boldi fu legata, soprattutto a partire dagli anni ’80, al mondo della tv commerciale, in particolare alla società Mediaset di Silvio Berlusconi. 
In quegli anni Boldi era uno dei volti-forte, pronto a cogliere le opportunità di una televisione in rapida evoluzione.
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Il “tradimento” verso RAI e la scelta di partecipare a “Fantastico”
Nel 1987-1988 si verificò un momento decisivo: Boldi accettò di partecipare al programma Fantastico, trasmesso dalla Rai, su invito di Adriano Celentano che gli avrebbe detto: «Io faccio Fantastico, se non lo fai anche tu, io non lo faccio». 
Boldi stesso ha dichiarato con parole forti: «Ero molto legato a Berlusconi da una grande amicizia. E, invece, come fece Giuda con Gesù, lo tradii». 
Questo passaggio fu percepito come una rottura, sia sul piano professionale che personale, perchè implicava la violazione di un accordo di esclusiva o almeno di un legame forte con Mediaset.
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La multa e il sequestro dei beni
In conseguenza della scelta, arrivarono gravi conseguenze contrattuali per Boldi: il tribunale di Roma lo condannò al pagamento di una penale pari a circa 2 miliardi e 250 milioni di lire per inadempienza contrattuale nei confronti di Mediaset. 
In un articolo dell’epoca si legge:
«Berlusconi fa sequestrare due miliardi a Boldi … il tribunale di Roma ha disposto il sequestro dei beni di Massimo boldi per un importo di 2 miliardi e 250 milioni. Beneficiari due società del gruppo Berlusconi». 
Si trattava quindi non solo di causa civile, ma anche di una misura cautelare che mostrava la gravità del contenzioso.
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La riconciliazione
Nonostante la forte tensione, la storia non finì in uno scontro insanabile: Boldi racconta che si presentò a Roma, in Via dell’Anima, dove abitava Berlusconi, e dopo circa quattro ore di colloquio con lui poté sistemare la situazione. Berlusconi gli disse: «Ma bisogna farle le stronzate nella vita. Sai quante ne ho fatte io?» 
Questo momento segnò una riconciliazione – almeno sul piano professionale – tra Boldi e il mondo Mediaset. Il ritorno in Mediaset si concretizzò con nuovi incarichi e un nuovo “via libera”. 
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Analisi e riflessioni
Questo episodio racconta diverse cose:
• Il peso delle esclusività e dei contratti televisivi: fare il salto da una rete all’altra non era solo “cambiamento di lavoro”, ma implicava vincoli, penali, trattati commerciali molto rigidi.
• Il rapporto personale/professionale: Boldi parla di “amicizia” con Berlusconi, che però era messa alla prova da scelte professionali conflittuali. Il “tradimento” non fu solo tecnico, ma anche emotivo.
• La tele-economia italiana degli anni ’80: la partita tra Rai e Mediaset era anche partita competitiva per talenti, audience e format. Questo contenzioso rientra in quel clima.
• La resilienza professionale di Boldi: nonostante la condanna e il sequestro dei beni, Boldi riuscì a rialzarsi, tornare in tv, ristrutturare la propria carriera.
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Conclusione
La vicenda di Massimo Boldi con Rai, Mediaset e Berlusconi è un perfetto esempio di quanto la televisione italiana (e lo show business in generale) sia fatta di talento ma anche di condizioni contrattuali, relazioni personali e rischi professionali. Boldi pagò caro il “cambio di casacca”, affrontò la multa, il sequestro e poi riuscì a ristabilire la propria posizione.
Redazione




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