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“ Mariah Carey prigioniera d’amore: la verità sul matrimonio con Tommy Mottola”

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    Redazione
  • 5 nov
  • Tempo di lettura: 3 min
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La storia di Mariah Carey e Tommy Mottola è un capitolo intenso, ricco di successo, potere e tensioni personali: una vicenda che mescola musica, carriera, relazioni e libertà artistica. Ecco un approfondimento completo.

Incontro, matrimonio e primi anni

Mariah Carey e Tommy Mottola si sono conosciuti all’inizio degli anni ’90: Mariah, ancora agli inizi della carriera, ha consegnato un demo che Mottola (all’epoca capo della Sony Music/Columbia Records) ascoltò immediatamente, rimanendone colpito. 

Nel 1993 i due si sposarono: Mariah aveva 23 anni, Mottola circa 43. 

All’inizio, la relazione sembrava una “favola”: un’accoppiata di star della musica, l’artista emergente e il potente executive discografico.

Il ruolo di Mottola nella carriera di Mariah

Durante gli anni in cui furono insieme, Mottola non era solo marito di Mariah, ma anche figura centrale nella sua carriera: fu lui a firmarla, a farla entrare nell’industria, a plasmare in parte la sua immagine pubblica. 

Tuttavia, Mariah ha successivamente raccontato che questo ruolo di Mottola si trasformò in qualcosa di molto più controllante. In un’intervista ha affermato:

“You might want to picture a child bride… There was a conscious effort to keep me as this all-American, whatever that means, girl. It was very controlled. There was no freedom for me as a human being. It was almost like being a prisoner.” 

In un’altra occasione, ha dichiarato che lui «le sparava al volo» ogni volta che lei proponeva di fare musica più vicina all’R&B e all’urban:

“I wanted to do more R&B, more urban music, and any time I would bring that up, it would get shot down.” 

In sostanza: il successo era enorme, ma Mariah ha raccontato di aver vissuto un rapporto in cui la libertà personale e artistica erano fortemente limitate.

La residenza e il senso di prigionia

Una delle immagini più forti che Mariah ha evocato riguarda la loro casa di Bedford, New York: una villa imponente sulla quale lei stessa ha scritto e detto che somigliava più a una prigione che a una casa di star. 

“I … told myself I had to keep a packed bag under my bed in case I needed to escape.” 

Questa sensazione di essere “bloccata” o “controllata” è diventata centrale nella narrazione che Mariah ha fatto della sua prima relazione seria.

Fine del matrimonio e svolta artistica

La separazione tra i due avvenne verso la fine del 1996 e si concluse con il divorzio nel 1998. 

Proprio in quel periodo Mariah pubblicò l’album Butterfly (1997), che molti ritengono il momento in cui “si liberò” artisticamente, esplorando sonorità più R&B/urban e assumendo un controllo maggiore sulla propria musica. 

Le dichiarazioni recenti e l’impatto emotivo

Anche decenni dopo, Mariah ha dichiarato di provare ancora sentimenti complessi verso quel periodo:

“Sometimes I feel angry about that time, but I think I’ve made peace with it … Humor is my release.” 

Sul versante di Mottola, nel suo memoir ha ammesso che la loro relazione era “absolutely wrong and inappropriate”. 

Perché questa storia è significativa

• Potere & carriera: La relazione illustra come il potere discografico e la carriera artistica possono intrecciarsi in modo difficile.

• Artista che cerca libertà: Mariah rappresenta l’artista che evolve e cerca espressione autentica; la presenza forte di Mottola rappresenta un ostacolo alla sua evoluzione.

• Narrazione di controllo e liberazione: La casa-prigione, la volontà di esplorare musica diversa, la fine del matrimonio — tutto si inserisce in un arco narrativo di liberazione personale e professionale.

• Influenza sulla musica di Mariah: Album come Butterfly e il cambio di stile possono essere letti anche attraverso questa lente personale.

In conclusione

La storia di Mariah Carey e Tommy Mottola non è solo un capitolo di gossip, ma un esempio potentissimo di come le relazioni personali e professionali nel mondo dello spettacolo possono influenzare un’artista — nella vita, nella musica e nell’identità.

Mariah ha attraversato un periodo in cui, pur dominando il mondo pop, ha sentito di dover sacrificare parte di sé. Oggi, grazie a quella esperienza, può guardare indietro con maggiore consapevolezza.


Redazione

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