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LEO GASSMANN: IL COGNOME NON MI PESA SONO LIBERO

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 6 nov
  • Tempo di lettura: 2 min
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Da figlio d’arte a voce della nuova generazione

Nato a Roma il 22 novembre 1998, Leo Gassmann è figlio dell’attore Alessandro Gassmann e dell’attrice Sabrina Knaflitz, e nipote del grande Vittorio Gassman. 

Pur avendo radici «pesanti», Leo ha scelto di costruire il proprio percorso: dalla chitarra classica, agli studi al conservatorio, fino al palco del talent show e del Festival. 

Gli inizi: musica, studi e prime visibilità

Fin da bambino Leo si avvicina alla musica: studia chitarra classica, frequenta l’Accademia di Santa Cecilia e poi decide che la sua strada è il canto. 

La prima grande visibilità arriva con la dodicesima edizione di X Factor Italia nel 2018, dove si fa notare con l’inedito Piume e arriva fino alle semifinali. 

Il salto: Sanremo e l’affermazione

Nel 2020 Leo partecipa al Festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” con il brano Vai bene così, che gli vale la vittoria nella sezione. 

L’album d’esordio Strike esce poco dopo, consolidando il suo profilo di cantautore pop con sensibilità autorevole. 

Successivamente, nel 2023 torna all’Ariston nella categoria Big con Terzo cuore, dimostrando ambizione e voglia di crescere. 

Oggi: evoluzione e nuovi orizzonti

Oltre alla musica, Leo esplora anche la recitazione: nel 2024 debutta come attore nella fiction per la TV Califano interpretando il cantautore romano Franco Califano. 

Musicalmente, il suo secondo album La strada per Agartha (2023) è descritto come un viaggio generazionale, pieno di riflessioni sui sogni e sulle difficoltà dei giovani oggi. 

Tema e stile: racconto generazionale

Leo Gassmann si distingue per un approccio sincero e “alla mano”: nei suoi testi parla di fragilità, identità, libertà. In un’intervista ha detto:

«La musica è la passione che mi aiuta a trovare la felicità». 

Il suo stile musicale mescola pop cantautorale con influenze moderne, e la sua immagine non è costruita esclusivamente sulla “figura del figlio di”, ma sul “figlio che vuole trovare la sua strada”.

Perché seguirlo

• Perché rappresenta una nuova generazione di cantautori italiani, che guarda sia al passato (le radici familiari) sia al presente.

• Perché ha dimostrato che il cognome non basta: ha dovuto “fare da sé”, come ha ammesso, e questo rende il suo percorso autentico. 

• Perché il suo impegno non è solo musicale: studio, sensibilità civile, recitazione.

In conclusione

Leo Gassmann è un artista ancora giovane ma che ha già fatto passi significativi. Con la vittoria a Sanremo, il debutto discografico, la partecipazione come attore e un secondo album riflessivo, costruisce una carriera che va oltre l’etichetta “figlio d’arte”. Sta cercando di affermarsi con la propria voce, la propria identità e una visione artistica che parla anche alle nuove generazioni.


Redazione

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