
Lavezzi vs Aurelio De Laurentiis: la tensione che ha fatto infuriare il presidente del Napoli
- Redazione

- 4 nov
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Un rapporto tormentato
Lavezzi, l’“Eterno Pocho”, e De Laurentiis, presidente con una visione imprenditoriale forte, hanno costruito negli anni una convivenza fatta di successi, ma anche di attriti ben documentati.
• Già nel 2009, De Laurentiis fece un richiamo severo a Lavezzi: «Se sei un atleta non vai a bere di notte e non vai a prostitute… Se ti impunti non giochi» era stato il suo monito. 
• Nel 2012 furono rese pubbliche intercettazioni in cui Lavezzi, tramite il suo agente, parlava di “non ce la faccio più… vivo chiuso in casa da 5 anni” riferendosi a Napoli e al presidente stesso. 
• Ancora nel 2017 Lavezzi dichiarò: «Penso sempre a Napoli… ma credo che il presidente non voglia [il mio ritorno]». Un’affermazione che non suona da “amichevole rimprovero”. 
Il punto di rottura
Il fulcro della frattura sembra risiedere nella combinazione di due elementi: la percezione di Lavezzi di sentirsi “intrappolato” in una carriera al Napoli in cui non si sentiva pienamente valorizzato, e l’atteggiamento del presidente che pretendeva professionalità assoluta da parte di tutti i suoi giocatori.
De Laurentiis, da parte sua, vide in Lavezzi un potenziale top‐player da capitalizzare, ma forse non accettò del tutto la “stanchezza” del giocatore o il suo desiderio di nuovi stimoli. Da qui uno scontro silenzioso che ha bruciato lentamente le carte tra le parti.
Le conseguenze e il contesto mediatico
Tutto ciò si svolgeva in un periodo in cui il Napoli cercava di crescere a livello internazionale, e De Laurentiis era molto focalizzato sulla credibilità del club. Una “distrazione” – reale o presunta – da parte di un calciatore di spicco poteva essere vista come un danno d’immagine.
Il risultato? Lavezzi lasciò il Napoli nel 2012 per il Paris Saint‑Germain e da allora, nonostante il suo amore evidente per Napoli, il “ritorno” è stato bloccato da questioni che vanno oltre il campo: sentimenti, aspettative e costi professionali. 
Perché De Laurentiis «si è infuriato»
Non è tanto una questione di un episodio singolo, ma di accumulo di segnali: dichiarazioni pubbliche, atteggiamenti ritenuti poco professionali, e – agli occhi del presidente – una mancanza di totale allineamento con la visione del club. Quando un presidente di club dice che “se ti impunti non giochi”, il significato è preciso: la leadership del club non è negoziabile.
In questo contesto, la frase “Penso sempre a Napoli… ma credo che il presidente non voglia” ha fatto scattare qualcosa: è un segnale pubblico di disaccordo, e per De Laurentiis probabilmente un mancato rispetto verso la “piazza” e la società.
Cosa resta oggi
Se da un lato Lavezzi è diventato una leggenda per i tifosi partenopei, dall’altro il rapporto con De Laurentiis rimane segnato da quella stagione. Non un rancore acceso, ma una distanza professionale che impedisce un ritorno – o quantomeno un clima sereno – tra le parti.
E in fondo, è questo che rende la vicenda interessante: non è solo calcio, è una storia di sensibilità professionali, orgoglio, città e uomini che volevano crescere insieme… ma senza davvero riuscire.
Redazione




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