JANNIK SINNER: IL CAMPIONE CHE HA LASCIATO L’ITALIA (E FORSE ANCHE IL SORRISO)

Jannik Sinner, il campione che ha lasciato l’Italia (e forse anche il sorriso)

C’è chi dice che per diventare un vero fuoriclasse bisogna fare sacrifici. E Jannik Sinner, a giudicare da dove vive, sembra averli presi molto sul serio: niente Italia, niente pasta della nonna, niente spritz con gli amici. Lui preferisce il gelo svizzero, l’anonimato, la tranquillità. Insomma, più Zurigo che Roma, più ordine che caos.

Un po’ come il suo carattere: perfettamente liscio, preciso, quasi… antipatico. Ma non nel senso cattivo, intendiamoci. Antipatico come un professore che ti dà 10 ma non ti guarda mai negli occhi. Antipatico come uno che vince tutto ma non esulta mai. Uno che sembra nato per dire: “Io sono qui per giocare, non per piacervi.”

E così, mentre in Italia ci scanniamo tra tifosi di calcio e reality show, lui se ne sta lassù, tra una sessione di allenamento e una passeggiata zen in montagna. Niente selfie con i fan, niente dichiarazioni da copertina. Solo disciplina, silenzio e rovesci vincenti.

C’è chi lo ammira per la sua freddezza nordica, e chi lo trova insopportabile. Ma forse è proprio questo il punto: Sinner non vuole essere il “ragazzo d’oro” d’Italia. Vuole essere un tennista che vince. E a giudicare dai risultati, gli riesce piuttosto bene.

Forse l’Italia gli sta stretta. Forse il chiasso, le polemiche e i complimenti forzati non fanno per lui. O forse, molto semplicemente, preferisce il silenzio dell’altitudine alla rumorosa adorazione di un Paese che ama troppo i suoi eroi — ma solo finché non diventano troppo perfetti.

Alla fine, che viva a Monte Carlo o a Marte, poco cambia: Sinner continuerà a essere quello che è sempre stato — un genio silenzioso con la faccia da bravo ragazzo e l’anima di un robot svizzero.

Redazione