
🚨 Irrompono manifestanti: occupata la redazione de La Stampa
- Redazione

- 28 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Nel primo pomeriggio del 28 novembre 2025 un gruppo — stimato attorno a 50–100 persone — ha fatto irruzione nella sede torinese di La Stampa, in via Ernesto Lugaro. L’azione è avvenuta all’indomani di una manifestazione (in occasione dello sciopero generale) ed è stata condotta da alcuni manifestanti che si sono staccati dal corteo principale. 
Il palazzo era deserto: i giornalisti erano in sciopero. Nonostante ciò, gli occupanti hanno forzato l’ingresso, svuotato cestini e vasi, scaraventato giornali e scatole di carte, e imbrattato pareti e muri — lasciando scritte come “Fuck Stampa” e “Free Shahin”. 
Secondo i manifestanti, la protesta era diretta contro la testata che — a loro dire — avrebbe contribuito a “dipingere” come terrorista l’imam Mohamed Shahin, recentemente colpito da revoca del permesso di soggiorno e rimpatrio. 
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Reazioni immediate: condanne e appelli a tutela dell’informazione
La reazione delle istituzioni giornalistiche non si è fatta attendere. Il comitato di redazione de La Stampa ha definito l’irruzione «un atto gravissimo e vile», un attacco non solo a un giornale, ma «alla libertà di informazione e alla democrazia». 
Anche le principali forze politiche e le autorità locali — dal sindaco al presidente di Regione — hanno condannato l’accaduto, sottolineando che «nessuna forma di dissenso può giustificare la violenza e l’intimidazione contro chi fa informazione». 
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso solidarietà al direttore del giornale, definendo l’azione «inaccettabile». È stata annunciata un’indagine approfondita per chiarire modalità e responsabilità dell’irruzione. 
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Contesto: lo sciopero, l’attivismo, la tensione
L’attacco è avvenuto proprio nel giorno di sciopero nazionale dei giornalisti, aggiungendo ulteriore gravità al gesto: ciò non rappresenta solo una protesta sociale, ma un’aggressione simbolica alla redazione e al concetto stesso di informazione libera. 
Secondo i manifestanti, l’azione voleva mostrare solidarietà a Mohamed Shahin — l’imam al centro di una controversia per la revoca del permesso di soggiorno — e denunciare quella che, a loro dire, sarebbe una linea editoriale favorevole all’espulsione e alla criminalizzazione. 
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Perché è un segnale per tutta la stampa
Questo episodio colpisce non solo La Stampa, ma l’intero mondo dell’informazione: atti di intimidazione e occupazione di redazioni rappresentano un allarme per la libertà di stampa. Come sottolineato anche da associazioni di giornalisti e sindacati, consentire che simili attacchi restino impuniti significa mettere a rischio la pluralità e l’indipendenza del giornalismo. 
In un momento in cui i media sono sotto pressione da più fronti — politica, opinione pubblica, contestazioni sociali — garantire la protezione delle redazioni e dei giornalisti diventa fondamentale per difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini.
Redazione




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