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IL SUICIDIO ASSISTITO: UN TEMA COMPLESSO LA LEGGE E L’AUTODETERMINAZIONE

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    Redazione
  • 17 nov
  • Tempo di lettura: 1 min

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Il suicidio assistito: un tema complesso tra etica, legge e autodeterminazione

Il suicidio assistito è la pratica in cui una persona, in condizioni di piena lucidità e volontà, decide di porre fine alla propria vita con l’aiuto di un medico o di un’organizzazione autorizzata. A differenza dell’eutanasia, non è un’altra persona a somministrare la sostanza letale: è il paziente stesso ad assumerla. Questa distinzione è centrale sia dal punto di vista legale che etico.

Nel mondo, la normativa varia molto: in alcuni Paesi (come Svizzera, Germania o alcuni Stati degli USA) il suicidio assistito è consentito entro criteri rigidi, mentre altrove resta completamente vietato. Le condizioni per accedervi includono di solito la capacità mentale del richiedente, la volontarietà della decisione e la presenza di una malattia grave o incurabile che compromette in modo significativo la qualità della vita.

Il dibattito è acceso. I sostenitori vedono nel suicidio assistito un atto di autodeterminazione, un modo per evitare sofferenze insopportabili e mantenere il controllo sul proprio percorso di fine vita. I contrari, invece, temono possibili abusi, pressioni esterne o la svalutazione della vita umana, e ritengono più etico investire nelle cure palliative.

Al di là delle posizioni, il suicidio assistito resta uno dei temi più delicati della bioetica contemporanea: un punto d’incontro – spesso doloroso – tra libertà individuale, valori culturali e responsabilità medica.


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