
🔥 “Clamoroso a Napoli: Manfredi dà l’ok, De Laurentiis può comprarsi lo stadio!”
- Redazione

- 30 nov
- Tempo di lettura: 3 min

Negli ultimi mesi, la posizione dell’amministrazione guidata da Manfredi è evoluta: non solo apertura a un progetto di ristrutturazione, ma — in casi particolari — anche alla vendita dello stadio. 
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Le parole di Manfredi: “Siamo pronti a vendere”
Di recente Manfredi ha dichiarato con chiarezza che il Comune è disponibile a cedere la proprietà dello stadio all’SSC Napoli, qualora venisse presentato un progetto concreto e sostenibile. 
Come ha spiegato, l’obiettivo è mettere lo stadio nelle mani di chi lo usa e gestisce quotidianamente: squadra e tifosi. Ma la proposta non è “a scatola chiusa”: la vendita diventerebbe percorribile solo “come successo a Milano” — quindi richiede un progetto serio, investimenti strutturali e una procedura regolamentare trasparente. 
In altre parole: l’amministrazione comunale non si tira indietro di fronte a un’offerta reale, ma ribadisce che serve trasparenza, verifica economica e conformità alle normative. 
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Le ragioni e le condizioni
Secondo Manfredi, la vendita può essere “una strada” solo se accompagnata da un investimento robusto e da un progetto che garantisca qualità, modernità e utilità per la città e per la squadra. 
Il Comune, da parte sua, è anche pronto a considerare interventi di riqualificazione diretti per rendere lo stadio idoneo a ospitare eventi internazionali come l’Europeo 2032. 
Al tempo stesso, però — come previsto per atti di cessione di beni pubblici — servirà una proposta formale da parte del compratore interessato, un processo di valutazione (anche attraverso l’ente preposto per la valutazione immobiliare), e un progetto tecnico ed economico credibile. 
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Che cosa cambia per il futuro del Napoli — e della città
Se la vendita andasse in porto:
• lo stadio passerebbe dall’essere un bene pubblico a una proprietà privata (o di club), con potenziale maggior flessibilità di gestione;
• i piani di ammodernamento — ampliamenti, ristrutturazioni, riapertura di settori chiusi — potrebbero accelerare, se accompagnati da investimenti;
• per la città di Napoli, lo stadio potrebbe diventare un asset importante — non solo sportivo, ma anche a supporto di turismo, eventi, redditività, lavori ed economie locali. 
Allo stesso tempo, resta la necessità di bilanciare interessi pubblici e privati: la decisione non può prescindere da trasparenza, da coerenza con norme e da una progettualità che assicuri sia la qualità dell’impianto sia il rispetto del bene collettivo.
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Le incognite che restano
• Al momento non è stata ufficializzata alcuna offerta formale da parte dell’SSC Napoli per l’acquisto. 
• Il prezzo e la valutazione dello stadio verrebbero definiti da un ente terzo (nel caso italiano, l’ente incaricato come l’Agenzia delle Entrate), una condizione imprescindibile per avviare la cessione. 
• Anche con la vendita approvata, occorrerà un progetto serio e sostenuto da risorse — il rischio di lasciare lo stadio “così com’è” senza modernizzazioni resta se non ci sono garanzie reali.
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In conclusione
La proposta di vendita dello Stadio Diego Armando Maradona da parte del Comune di Napoli a favore dell’SSC Napoli rappresenta un segnale forte: l’amministrazione guidata da Manfredi sembra convinta che dare in mano allo stesso club la proprietà — con un progetto adeguato — possa essere la mossa giusta per assicurare uno stadio moderno, funzionale e degno di sfide come gli Europei 2032. Tuttavia, per concretizzarsi, servono — prima di tutto — un’offerta formale, una valutazione trasparente, e un impegno serio sul piano economico e infrastrutturale. Fino ad allora, lo stadio rimane di proprietà pubblica, e tutte le ipotesi restano sulla carta.
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