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🚨 “Chi sono davvero le Gemelle Cappa? Il nodo irrisolto del delitto Poggi”

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 2 dic
  • Tempo di lettura: 3 min

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• Le “Gemelle Cappa” sono Paola e Stefania, nate il 28 ottobre 1984. 

• Esse sono cugine di Chiara Poggi: la madre di Paola e Stefania è sorella del padre di Chiara. 

• All’epoca del delitto (13 agosto 2007) avevano circa 23 anni. 

• Non sono mai state formalmente indagate — né nella prima fase dell’inchiesta, né nella più recente (2025). 

Perché le Gemelle Cappa sono entrate (e rientrano) nei riflettori mediatici e investigativi

📷 Il “fotomontaggio” di quell’estate

• Il primo motivo è un fotomontaggio: nei giorni immediatamente successivi all’omicidio venne diffusa una foto che ritraeva le gemelle accanto a Chiara, tutte sorridenti e vestite in rosso, come se fossero amiche intime. 

• Si scoprì che la foto era un montaggio. Questo però bastò a generare sospetti e speculazioni mediatiche, rendendole figure centrali — dal punto di vista dell’attenzione pubblica — pur non essendovi elementi concreti contro di loro. 

🕵️ Nuove indagini e un “testimone-chiave”

• Nel 2025, con la riapertura di alcuni filoni investigativi sull’omicidio di Garlasco, è emersa la testimonianza di un “super-testimone” che avrebbe dichiarato di aver visto, la mattina del 13 agosto 2007, una donna — identificata come una delle gemelle, Stefania — gettare un oggetto pesante in un canale vicino alla casa di famiglia. 

• Conseguentemente, le autorità avrebbero deciso di ispezionare quel canale — situato vicino a un’abitazione di proprietà della nonna delle gemelle — alla ricerca di possibili reperti riconducibili al delitto. 

• Inoltre — secondo quanto riportato da un settimanale — emergerebbe un messaggio attribuito a Paola Cappa: «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». Questa frase, seppur isolata e soggetta a contestualizzazione, ha riacceso l’attenzione sulla loro posizione. 

Che cosa dicono le gemelle e cosa sappiamo dalle indagini

• Le Cappa — pur ritornando sotto i riflettori — non risultano formalmente indagate, né vi è mai stato un processo a loro carico. 

• Secondo le precedenti inchieste, furono presi tabulati telefonici, compiute intercettazioni e raccolti campioni di DNA; tali accertamenti “escludevano” il loro coinvolgimento. 

• Sulla base di questi elementi, la procura dell’epoca archiviò ogni sospetto nei loro confronti. 

• Nonostante ciò, la riapertura delle indagini nel 2025 — e le nuove testimonianze — hanno riportato le gemelle nel dibattito pubblico. Ma la “scatola nera” resta chiusa: tra fatti, ricordi, contraddizioni e mediazione dell’informazione.

• Le stesse gemelle — in particolare Stefania, che oggi lavora come avvocata — hanno dichiarato che il fotomontaggio era stato prodotto su richiesta della famiglia per consegnare ai giornalisti una foto con la vittima, dato che i genitori non potevano farlo entrando nella casa di via Pascoli. 

• Quanto al messaggio citato sopra, alcuni ritengono che possa essere estrapolato da un contesto più ampio e non costituire una prova di colpevolezza. 

Perché oggi se ne parla ancora: le nuove ombre sul caso

• Il fatto che recentemente siano emersi nuovi elementi — testimonianze ritrattate, ispezioni in un canale, un possibile oggetto collegabile al delitto — ha riacceso l’interesse della giustizia e della cronaca sul ruolo (o sull’esclusione) delle Gemelle Cappa. 

• Questo riaffacciarsi nel dibattito riflette anche l’incertezza che ancora avvolge il delitto di Garlasco, dove nonostante una condanna precedente — Alberto Stasi — persistono dubbi, domande e piste non del tutto esplorate. 

• Le Gemelle Cappa restano figure “ambivalenti”: da un lato cittadini estranei, da anni non indagati, dall’altro protagoniste di sospetti, speculazioni mediatiche, testimonianze contrastanti e contestazioni morali — in un caso dove la verità sembra allontanarsi invece di avvicinarsi.

In conclusione

Le Gemelle Cappa — Paola e Stefania — sono da quasi due decenni un nome indissolubilmente legato al delitto della cugina Chiara: non per prove certe, ma per mediazione, immaginario collettivo e, recentemente, nuovi elementi investigativi che ne hanno riacceso i riflettori. Che ci sia qualcosa da chiarire o che trapeli infine un nulla di fatto, il loro coinvolgimento dimostra come in casi complessi la giustizia, i media e le storie personali si intreccino in modo inestricabile.



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