
🔥 “Caso Gilardi: Condannata Nina Palmieri! Scossa Clamorosa per Le Iene”
- Redazione

- 29 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Nel procedimento relativo al caso del pensionato e benefattore Carlo Gilardi, ex docente di Airuno (Lecco), l’avvocata Elena Barra — che era stata nominata amministratrice di sostegno di Gilardi — aveva denunciato le inviate del programma per alcuni servizi andati in onda tra novembre 2020 e febbraio 2021. Nei servizi — firmati da Nina Palmieri e dalla collega Carlotta Bizzarri — veniva ipotizzata una gestione opaca che avrebbe portato, secondo l’accusa, al ricovero in RSA di Gilardi contro la sua volontà. 
Secondo la procura e l’avvocata, quelle puntate avrebbero veicolato una “narrazione distorta” e tendenziosa della vicenda, alterando fatti e dando una rappresentazione falsa della condotta dell’amministratrice di sostegno. 
⚖️ La sentenza: condanna per diffamazione aggravata
Il 28 novembre 2025 il giudice del Tribunale di Lecco ha emesso la condanna in primo grado nei confronti di Palmieri e Bizzarri: multa di 2.000 euro ciascuna, più un risarcimento di 100.000 euro a favore di Elena Barra, e il pagamento delle spese processuali (circa 11.000 euro). 
Il tribunale ha stabilito che le ricostruzioni trasmesse in tv erano “falsate e lesive” della reputazione dell’avvocata, quantomeno per la versione dei fatti proposta dagli autori del servizio. 
Al contempo, per alcune delle dichiarazioni — in particolare quelle rese dall’ex badante di Gilardi — è stata pronunciata assoluzione, con formula “perché il fatto non costituisce reato”. 
📢 La reazione di Nina Palmieri
Al momento della lettura della sentenza, Palmieri ha pubblicato un video sui social davanti al tribunale, dichiarando di essere “convinta di aver fatto bene il nostro lavoro” e annunciando che le due inviate ricorreranno in appello una volta lette le motivazioni. 
📰 Contesto e implicazioni
Il caso riapre il dibattito sul ruolo e sui limiti del giornalismo d’inchiesta in televisione. Da un lato, storie come quella di Gilardi spesso emergono grazie a trasmissioni come Le Iene; dall’altro, denunciano come una “ricostruzione mediatica” possa avere conseguenze pesanti — non solo per le persone coinvolte, ma anche per il dovere di verità e garanzia dei diritti.
Al di là dell’esito del giudizio — che potrà cambiare in appello — la condanna in primo grado rappresenta un segnale forte sull’importanza di accuratezza, verifica delle fonti e cautela nella comunicazione pubblica, specialmente quando si toccano ambiti delicati come la tutela della dignità e della reputazione altrui.
Redazione




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