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CARLO PERTICARINI: HO PERSO PARTE DELLA TESTA MA SONO VIVO

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 8 nov
  • Tempo di lettura: 3 min
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Carlo Perticarini è un uomo che ha vissuto una vicenda drammatica: il 4 dicembre 2023, mentre era in bicicletta nella zona di Passo Varano alle porte di Ancona (Marche), è stato investito da un veicolo ignoto e ha riportato gravissime lesioni cerebrali, tanto da dover subire l’asportazione temporanea di una porzione della scatola cranica. 

La vicenda non è solo un incidente: è un caso che mette in luce problemi del sistema delle vittime della strada, della burocrazia, e della tutela dei diritti civili in Italia.

I fatti

• Carlo vive a Porto San Giorgio (provincia di Fermo) ed è tecnico al laboratorio strutture della Università Politecnica delle Marche. 

• Quel pomeriggio, verso le 17:00, pedalava sulla strada quando è stato travolto da un’auto. I soccorsi lo hanno trovato privo di coscienza. 

• È stato ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Ancona (Torrette) e successivamente in altri centri per riabilitazione. A causa dell’emorragia cerebrale e della pressione intracranica, i medici sono stati costretti a rimuovere una parte del cranio. 

• Il suo percorso non ha avuto fine lì: l’intervento ricostruttivo prevedeva il riattacco dell’osso cranico, ma la trafila è stata lunga e complicata — tra visite private, attese e problemi organizzativi. 

Il problema del risarcimento e della responsabilità

Forse ancora più grave dell’incidente è la conseguenza legale:

• Il veicolo che lo ha investito non è mai stato identificato in modo sufficientemente preciso da permettere una richiesta di risarcimento tradizionale. 

• La compagnia incaricata, Allianz S.p.A., in qualità di gestore del Fondo di Garanzia per le vittime della strada, ha rifiutato il risarcimento sostenendo che “il fatto non risulta sufficientemente provato”. 

• Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona ha disposto l’archiviazione del caso l’27 gennaio 2025, motivata con l’impossibilità di individuare elementi certi per identificare il responsabile. 

Le conseguenze umane e sociali

• Carlo oggi deve convivere con le esiti dell’incidente: riabilitazione, possibili limitazioni fisiche o cognitive, e una vita che è cambiata radicalmente.

• Si trova anche ad affrontare l’onere economico e burocratico: visite private, costi aggiuntivi, incertezze sul futuro.

• La sua storia mette in luce quanto sia vulnerabile la posizione di chi subisce un danno grave da parte di un “veicolo ignoto” o non identificato. In questi casi, non basta soffrire per avere giustizia o risarcimento.

Perché questa vicenda è significativa

Questa storia non è solo un episodio isolato: rappresenta un campanello d’allarme su più fronti:

• Sicurezza stradale: l’investimento di un ciclista da parte di un veicolo non identificato ricorda che ogni utente della strada può essere vittima in modo casuale.

• Tutela delle vittime: quando il responsabile non viene individuato, chi subisce deve affrontare un doppio trauma — quello fisico/psicologico e quello dell’impunità.

• Burocrazia e risarcimenti: la macchina del risarcimento — tramite Fondo o assicurazioni — può “bloccarsi” se non ci sono prove perfette, e questo mette in difficoltà chi non ha risorse infinite.

• Disparità di condizioni: la necessità di ricorrere a visite private per avanzare l’iter medico-legale evidenzia una disparità di accesso alle cure/diritti.

Cosa si può imparare

• Importanza della documentazione: video-sorveglianza, testimoni, rilevamenti stradali sono fondamentali in questi casi.

• Necessità di un sistema di assistenza alle vittime più efficiente, che non lasci “in limbo” chi ha subito un danno grave.

• Maggior sensibilità verso la mobilità attiva (biciclette, pedoni) e l’adeguamento delle infrastrutture stradali.

• In ambito personale: la resilienza, la forza di ricominciare nonostante tutto. Carlo è un tecnico, padre di due figli, ed è stato travolto dall’evento — ma la sua storia parla anche di volontà di continuare. 

Conclusione

La vicenda di Carlo Perticarini è dolorosa, ingiusta e complessa. Segna una persona, una famiglia, una vita. Allo stesso tempo ci fa riflettere su come la società risponda — o non risponda — alle vittime della strada, e su quanto sia importante fortificare sia le norme che la tutela. Carlo non cerca solo un risarcimento: cerca che la sua esperienza serva da monito, da spinta al cambiamento.


Redazione

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