
“Alex Britti, condannata l’ex compagna: lo spiava in casa con una telecamera nascosta”
- Redazione

- 13 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Il cantautore romano Alex Britti è stato coinvolto in una vicenda giudiziaria che ha attirato l’attenzione mediatica. 
Secondo quanto riportato:
• Nel maggio 2022, la sua ex-compagna (di nome Nicole Pravadelli) avrebbe installato nella casa del cantante un dispositivo — un baby-monitor con telecamera — che invece di essere puntato solo sulla culla del loro figlio veniva orientato verso il corridoio e altre zone dell’abitazione, con possibilità di visione da remoto. 
• L’accusa sostiene che l’intento fosse raccogliere immagini e audio della vita privata di Britti, al fine di usarli in una causa civile per l’affidamento del figlio. 
• Il processo ha riconosciuto il reato di “interferenze illecite nella vita privata” e ha condannato l’ex compagna a 6 mesi di reclusione, con contestuale risarcimento di circa 6.000 euro a favore di Britti. 
• Britti, durante una conferenza stampa, ha dichiarato:
«Non voglio commentare perché parliamo di mio figlio. È una storia brutta e complicatissima e le indagini sono ancora in corso». 
Aspetti legali e implicazioni
• Il reato contestato è quello di interferenze illecite nella vita privata, che in Italia può comportare sanzioni penali e anche risarcimenti civili.
• Il tribunale ha emesso una sentenza di primo grado: secondo le fonti, 6 mesi di reclusione e risarcimento. Non è chiaro se siano già intervenute impugnazioni o se il procedimento sia definitivamente concluso. 
• La vicenda presenta anche la dimensione familiare: Britti ha scelto di non rilasciare dichiarazioni approfondite per tutelare il figlio, il che indica che l’aspetto personale e quello giudiziario si intrecciano.
• Il caso solleva questioni sulla privacy e sul confine tra diritto di controllo, sorveglianza domestica e tutela della vita privata. In particolare, l’uso di un apparecchio presentato come “baby-monitor” per finalità diverse, e senza il consenso dell’altro genitore, costituisce la base dell’accusa.
Considerazioni e impatto
• Da un lato, la vittoria legale di Britti può essere vista come un segnale importante: anche persone note pubblicamente possono ottenere tutela giudiziaria contro comportamenti di sorveglianza non consentiti.
• Dall’altro, la vicenda mette in rilievo quanto sia delicata la sfera familiare quando coinvolge personaggi pubblici: la presenza di un figlio minorenne, la separazione, la casa condivisa/uso abitativo, tutto contribuisce ad aumentare la complessità.
• L’artista ha preferito mantenere basso profilo mediatico sulla faccenda, il che suggerisce che ha voluto prioritizzare la protezione della vita privata piuttosto che alimentare gossip.
In conclusione
La domanda: «Secondo me Britti vincerà la causa?» può essere vista dal punto di vista: la vittoria in termini giudiziari c’è stata (sentenza di condanna, risarcimento). La vittoria personale/emotiva, invece, è più difficile da misurare: trattandosi di vicende che toccano la famiglia, la privacy e la serenità, il percorso potrebbe essere ancora in evoluzione.
Redazione




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